Bischof è passato giustamente alla storia come il fotografo delle persone, dei volti di uomini, donne e soprattutto dei bambini colti nella loro quotidianità.
Attraverso le immagini presenti nella mostra a lui dedicata, e di cui abbiamo ormai concluso la preparazione, sarà possibile ripercorrere i lunghi viaggi che dalla Svizzera portarono Bischof negli angoli più remoti del mondo: dall’India al Giappone, dalla Corea all’Indocina fino ad arrivare a Panama, in Cile ed in Perù. Nelle sue esplorazioni dei paesi del sud e dell’est del mondo Werner Bischof rimase fortemente colpito dal forte contrasto tra modernità e tradizione, che raccontò con i suoi scatti di paesaggio e le sue nature morte. In viaggio attraverso l’Europa appena devastata dalla seconda guerra mondiale o attraverso la povertà e la miseria dell’India, Bischof non si limita a fermare la realtà con il suo obbiettivo, come un qualunque fotogiornalista, ma si ferma e riflette di fronte ai soggetti, cercando di raccontare con la propria arte quelle dicotomie tra sviluppo industriale e povertà, business e spiritualità, che da sempre lo affascinarono. La mostra (circa 100 scatti) raccoglie una ricca selezione dei suoi più importanti reportage, affiancando ai famosi ritratti di bambini che giocano e di uomini e donne nella loro terra, le meno note, ma altrettanto affascinanti, fotografie di paesaggio e di still life.