La comunicazione politica e i giochi di ruolo

 

Riportiamo questo articolo da  www.mistermedia.it come spunto di riflessione.

“La comunicazione politica si nutre di tantissimi aspetti, che, uniti assieme, creano un edificio molto composito, in cui è fondamentale tenere alta l’attenzione su tutti gli elementi, in modo da non minare la solidità dell’insieme. La comunicazione istituzionale si nutre di diversi aspetti, alcuni dei quali viaggiano su strade apparentemente meno pratiche, ma che, se analizzate in maniera approfondita, invece di pratico hanno davvero tanto.

Uno di questi elementi è costituito dall’inquadramento di una figura in uno specifico ruolo istituzionale. Avere la possibilità di poter tradurre a livello effettivo questo aspetto (basti pensare alla fortuna che la definizione “Presidente” ha avuto e ha ancora quando si parla di Silvio Berlusconi) è molto importante in comunicazione politica, soprattutto per riuscire a delineare un risultato finale il più possibile organico.

L’argomento è tornato al centro dell’attenzione mediatica in queste ultime settimane, soprattutto a causa delle trasferte estere di Matteo Renzi, che hanno sollevato non poche polemiche in diversi contesti politici.

Tra le voci che si sono alzate hanno avuto maggiore evidenza quelle che hanno parlato degli atti di Matteo Renzi come di una modalità di avvicinamento al ruolo di Presidente del Consiglio, anche solo a livello ideale. La comunicazione politica si muove anche infatti su questo orizzonte, lavorando molto sul ruolo psicologico dei fatti e delle informazioni che arrivano al polo ricevente del processo di comunicazione, ossia l’utenza e il potenziale elettorato.

Quanto può essere vantaggioso mettere in atto una strategia come quella che ha visto Matteo Renzi protagonista delle pagine politiche di queste ultime settimane? Si tratta di un terreno non certamente facile né da percorrere né da analizzare, ma che presenta in ogni caso numerosi spunti di comunicazione politica performante.

  • Il ruolo definito: per riuscire a fare quanto messo in atto da Renzi è necessario avere alle spalle un ruolo politico perfettamente definito. Non stiamo ovviamente parlando di una posizione alta a livello gerarchico, ma di un percorso che abbia un’organicità studiabile.

In questi anni di permanenza sulla poltrona principale del Municipio di Firenze, Renzi ha portato la sua figura al centro dell’attenzione mediatica così tanto da renderla addirittura più potente dei contenuti presentati.

Ovviamente è presto per fare qualsiasi analisi del post mandato, ma c’è da presupporre che, a livello locale, la sua strategia rappresenterà un modello di comunicazione al quale sarà molto difficile non fare riferimento.

Con un ruolo così nitidamente definito alle spalle può essere vantaggioso fare un “salto”, e orientare la strategia di comunicazione politica su punti di vista molto più complessi.

  • L’uomo solo: la tattica di comunicazione politica di Renzi (che si può a ragione definire una campagna elettorale fuori dalla campagna) si sposa molto con le innegabili difficoltà che il sindaco di Firenze sta vivendo all’interno del PD.

Il fatto di essere una figura “controversa” rende molto più efficace la scelta di lavoro sulla comunicazione, dal momento che conferisce alle mosse strategiche una risonanza in grado di rompere il muro del rumore di fondo.

La comunicazione politica contemporanea guarda all’ambito dei ruoli istituzionali come a un universo molto duttile, che può essere governato tenendo conto dell’importanza della solidità di un percorso politico, e di come possa essere utile coltivare il personal branding istituzionale anche fuori dalla compagine che è il partito.”

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